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bonus energia imprese seenergy

 Il Governo ha introdotto una serie di misure straordinarie dedicate alle imprese che hanno subito una impennata dei costi energetici nell’anno 2022. 

Per poter accedere all’agevolazione è necessario che la media del costo per la componente energia (elettricità, gas o combustibili utilizzati per produrre energia) abbia subito un incremento almeno del 30 % rispetto al periodo precedente indicato dai rispettivi decreti. Alle imprese che soddisfano questo requisito spetta un credito d’imposta pari ai valori percentuali, indicati nella tabella seguente, delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel 2022.

 

 

 

 

11616055fitMercoledì 14 luglio 2021 la Commissione Europea ha pubblicato una serie di proposte legislative, il cosiddetto pacchetto Fit for 55. Sebbene sembri un programma di esercizi per le persone di mezza età, il pacchetto dovrebbe attuare l'obiettivo di riduzione dei gas serra del 55% recentemente adottato dall'UE entro il 2030. Scopri qui cosa comporta per l'industria dell'elettricità, cosa significa il pacchetto dal punto di vista di Axpo di vista e come si è sviluppato il processo legislativo negli ultimi 12 mesi.

comunità_energetiche_seenergy.jpgChe cos’è una comunità energetica? 

Con questo termine si intende un’associazione costituita giuridicamente tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. La legge non fa specifico riferimento alla tecnologia rinnovabile da adottare, ma quella che si presta a sfruttare meglio i vantaggi del provvedimento è senza dubbio il fotovoltaico.
Una volta messo in esercizio l’impianto, la comunità può fare istanza – anche tramite un’azienda esterna all’uopo delegata – al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. 

small 22 06 30926 1L’acqua è un bene essenziale, specialmente nel comparto agroalimentare. Una consapevolezza resa evidente dalla siccità che sta colpendo l’Italia, dando vita allo stato di emergenza in diverse regioni e provvedimenti ad hoc per evitarne sprechi e consumi superflui. A tal proposito, l’impronta idrica, ovvero il volume di acqua dolce necessaria per produrre alimenti di origine animale e vegetale, costituisce un parametro particolarmente rilevante da tenere in considerazione. Secondo una ricerca del Water Footprint Network, un chilogrammo di carne bovina richiede circa 15400 litri di acqua per essere prodotta, mentre cereali, frutta e verdura si attestano rispettivamente intorno a 1300, 960 e 320 litri. Questi ultimi possono essere ulteriormente ridotti grazie alla tecnologia agrovoltaica, in cui si associa la produzione di energia elettrica con quella agricola (o zootecnica).

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