La Ue verso acquisti comuni di gas

È operativa la Piattaforma Ue per l’acquisto comune di energia, in particolare di gas, creata dalla Commissione a marzo e poi inclusa tra gli strumenti del pacchetto REPowerEU per ridurre la dipendenza europea dalle forniture rusdownloadse. L’esecutivo comunitario ha infatti istituito la specifica task force all’interno della DG Energia, operativa dal 1° giugno con il compito di fornire supporto alla “EU Energy Platform” e attuare gli obiettivi di diversificazione degli approvvigionamenti indicati da REPowerEU.

 La task force è guidata dalla direttrice generale della DG Energia, Ditte Juul Jørgensen, e da un vice-direttore generale della stessa DG di nuova nomina, Matthew Baldwin, che lavora alla Commissione Ue da 23 anni e ha nazionalità italiana e britannica.La task force, che agirà sotto la supervisione politica della commissaria Ue all’Energia Kadri Simson, sarà composta da tre unità dedicate a “domanda globale e negoziati internazionali”, “rapporti tra gli gli Stati membri e con il vicinato” e “relazioni internazionali”.Simson ha spiegato che la task force organizzerà l’aggregazione e il coordinamento della domanda e la negoziazione delle forniture energetiche e supporterà le task force regionali, la prima delle quali è stata creata in Bulgaria a fine aprile a seguito dell’interruzione delle forniture di gas al Paese da parte della Russia.E proprio le interruzioni o riduzioni delle forniture di Mosca hanno portato a un forte incremento delle importazioni di Gnl americano del Vecchio Continente. In base ai dati della Energy information administration Usa (Eia), il gas liquido inviato in Europa ha rappresentato nei primi 4 mesi del 2022 il 74% dell’export complessivo di Gnl del Paese, oltre il doppio rispetto al 34% registrato l’anno scorso.Nel 2020 e nel 2021, indica l’Eia, l’Asia è stata la principale destinazione delle esportazioni di Gnl a stelle e strisce con quasi la metà del totale, ma dallo scorso dicembre il baricentro si è rapidamente spostato verso Ue e UK a seguito del premio di prezzo offerto dai principali hub europei. Così, se già nel 2021 gli Usa erano divenuti il principale fornitore di Gnl dell’Europa arrivando a coprire il 26% delle importazioni totali, nei primi 4 mesi di quest’anno tale percentuale ha raggiunto il 49%, con un import medio triplicato a 7,3 miliardi di piedi cubi/giorno.L’Italia, per parte sua, guarda sempre più all’Algeria e sempre meno alla Russia, con i dati Mite di aprile che indicano, a fronte di consumi nazionali in salita del 23,4% rispetto allo stesso mese 2021 a 5.270 milioni di mc, un crollo degli acquisti da Mosca del 47,7% a 1.446 milioni di mc e un contestuale aumento del 289,6% dell’import di gas dall’Algeria, che ha raggiunto i 1.899 mln mc.In calo invece i flussi dalla Libia (-53% a 254 mln mc) e da Passo Gries (-39,9% a 726 mln mc), dato anche un incremento delle esportazioni (quasi tutte sulla direttrice Transitgas) di addirittura il 1.815,2% fino a 302 mln mc.Quanto al Gnl sbarcato ai terminali di rigassificazione, ad aprile il Mite contabilizza una crescita a Livorno (+20,4% a 370 mln mc) e a Rovigo (+18,4% a 702 mln mc) e una riduzione a Panigaglia (-42,9% a 142 mln mc).Sconta infine l’ennesimo calo la produzione nazionale, che ad aprile ha perso il 20,9% scendendo a 270 mln mc.Il bilancio dei primi 4 mesi dell’anno indica consumi nazionali per 30.650 mln mc (+4,4% nel confronto con l’analogo periodo 2021), esportazioni per 1.209 mln mc (+516,9%) e una produzione nazionale di 1.094 mln mc (-14,4%). L’import dalla Russia è sceso del 27,7% a 6.976 mln mc, quello dall’Algeria è aumentato del 19,7% a 7.532 mln mc.

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